Il Premio Chiara D’Onofrio viene assegnato ogni due anni in riconoscimento di un’attività di ricerca complessiva che si sia sviluppata con una serie di lavori di alto valore scientifico nel settore dei meccanismi molecolari della crescita cellulare e del differenziamento.

Esso è individuale, può essere assegnato solo a chi, alla data dell’assegnazione, non abbia ancora compiuto i 43 anni, ed è riservato ai ricercatori italiani.

Il Premio è assegnato con cerimonia pubblica in occasione del Congresso della Federazione Italiana Scienze della Vita (FISV) o di altra manifestazione equipollente. Il suo importo attuale è di 10000 euro e viene conferito in partnership con la Società Italiana di Biofisica e Biologia Molecolare (SIBBM). Il Premio non viene conferito se l’assegnatario non partecipa alla cerimonia pubblica; in tale caso di rinunzia la somma non consegnata accrescerà l’importo dei due premi successivi e questi non potranno essere assegnati al vincitore rinunziante.

Il vincitore viene scelto da un Comitato Scientifico, secondo i criteri e con le modalità che esso stabilisce, nell’ambito delle designazioni che a esso pervengono dai ricercatori, appositamente interpellati, che rappresentino in numero significativo l’alta qualità scientifica nel campo della biologia e patologia cellulare e molecolare. Al vincitore non può essere assegnato il premio più di una volta.

Nel 2010 Il Premio Chiara D’Onofrio non è stato assegnato perché non si è tenuto il meeting annuale della FISV, sede di consegna del Premio.

Il Premio Chiara D’Onofrio 2017 verrà assegnato a Matteo Iannacone il giorno 15 giugno.

Premio Chiara D’Onofrio 2019 • Diego Pasini

Diego Pasini

Diego Pasini performed his post doc at the Biotech Research and Innovation Center (BRIC) of the University of Copenhagen, headed by Prof. Helin. Successively, he moved to Milan where he started his own laboratory at the Department of Experimental Oncology (DEO) of the European Institute of Oncology (IEO) as a junior Group Leader, entering a tenure-track program. In 2015, he was appointed as tenured Group Leader at IEO. In 2018 Dr. Pasini also became Associate Professor in Molecular Biology at University of Milan.

His work represents a milestone in the field of epigenetic regulation of transcription, development, stem cell and cancer biology. Since the beginning of his career, he has focused on the mechanisms regulating transcription in a physiological and pathological context, with particular emphasis on their implications in human diseases such as cancer, being thus well recognized in this research field within the intgernational scientific community. The ongoing scientific activities of Prof. Pasini are exploring the epigenetic mechanisms underlying gastrointestinal tumorigenesis and its metastatic potential. Thanks to his knowledge in the field of epigenetics and transcriptomics, together with his extensive expertise in the field of biochemistry, molecular biology, cell biology, high-throughput genome wide studies and mouse biology, Prof. Pasini has shown a remarkable scientific productivity, authoring 56 publications in peer reviewed journals.

He is supported by several national and international organizations such as AIRC, Fondazione Veronesi and ERC, and he has received several honours, including Young Investigator Grants from EMBO. Over the years, he has established fruitful, long lasting collaborations with renowned scientists around the world.

Premio Chiara D’Onofrio 2017 • Matteo

Matteo Iannacone

Matteo Iannacone graduated in Medicine magna cum laude at University of Milan, and performed his PhD in Immunology at Vita-Salute San Raffaele University in Milan. From 2001 and 2003 he moved as a post-doctoral fellow in Luca Guidotti and Frank Chisari’s group at Scripps Research Institute in La Jolla. After that he return back in San Raffaele Institute in Milan as Resident in internal medicine. From 2007-2010 he was a post-doc in Hulrich Von Andrian Lab at Harvard. Since 2010, he is group leader at San Raffaele Scientific Institute where since 2015 isheading the Dynamics of Immune responses Lab.
Iannacone has contributed to the field of anti-viral immune responses, lately making magistral use of intra-vital microscopy techniques. He was the first to show that during hepatitis B virus-associated hepatitis, activated platelets are required to recruit virus-specific cytotoxic T lymphocytes into the liver, contributing to disease severity and viral clearance. Later he discovered a previously undetected B cells boosting activities of bisphosphonates. Recently, making magistral use of Intra vital microscopy, his team is focusing in studying the mechanisms that viruses exploit to interfere with adaptive immune responses opening the possibility to design novel, more rational vaccine and therapeutic strategies.
Throughout his career, he earned many prestigious awards and grants. He has been involved in the organization of several prestigious international meetings on viral immunity among them the 1st European Molecular Biology Organization (EMBO) Sectoral Meeting on Immunology in Bergamo in 2017. He holds an Armenise-Harvard Foundation Carreer Development award, an EMBO Young Investigator Award, and ERC starting and consolidator grants. He is an Invited Section Editor of Current Opinion in Virology.

Matteo Iannacone si è laureato in Medicina con il massimo dei voti all'Università di Milano ed ha conseguito il dottorato in immunologia presso l'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Dal 2001 al 2003 si è trasferito come post-doc nel laboratorio di Luca Guidotti e di Frank Chisari presso la Scripps Research Institute di La Jolla. Torna in Italia si specializza in Medicina Interna presso l’Istituto San Raffaele di Milano. Dal 2007 al 2010 è stato post-doc nel laboratorio di Hulrich Von Andrian di Harvard. Dal 2010 dirige un gruppo di ricerca presso l'Istituto San Raffaele, dove dal 2015 dirige anche il laboratorio di “Dinamica della risposta Immunologica”.
Gli studi di Iannacone hanno contribuito a aumentare le conoscenze nell’ambito delle risposte immunitarie antivirali e recentemente si e’ avvalso di tecniche di microscopia intra-vitale. È stato il primo a dimostrare che durante l'epatite associata a virus dell'epatite B, le piastrine attivate reclutano linfociti citotossici T nel fegato, contribuendo alla gravità delle malattia. Più tardi ha scoperto che le cellule B cooperano con le attività dei bisfosfonati. Recentemente, facendo un uso magistrale della tecnica di microscopia intra vitale, il suo gruppo si è concentrato nello studio dei meccanismi che i virus sfruttano per interferire con le risposte immunitarie adattative, aprendo la possibilità di progettare nuovi e più razionali vaccini e strategie terapeutiche.
La sua carriera è insignita di molti prestigiosi premi. Iannacone ha inoltre partecipato all'organizzazione di numerosi congressi internazionali sull’immunità virale tra i quali la “1st European Molecular Biology Organization (EMBO) Sectoral Meeting on Immunology” a Bergamo, nel 2017. E 'titolare di un premio per la “Career Development” della Fondazione Armenise-Harvard, del grant “EMBO Young Investigator Award” e di grant ERC. E’ Editor di “Current Opinion in Virology”.

Premio Chiara D’Onofrio 2015 • Massimiliano Mazzone

Massimiliano Mazzone

Massimiliano Mazzone graduated in Medical Biotechnology at the University of Torino, Italy, and performed his PhD in Cell Science and Technologies at the Institute for Cancer Research of Torino. In November 2006, he moved to Belgium as EMBO postdoctoral fellow at the University of Leuven, Belgium. Since September 2009, he is heading the Lab of Molecular Oncology and Angiogenesis, at VIB, and he is Professor at the University of Leuven. Mazzone has contributed to the field of oncology understanding the mechanisms of cancer metastasis and to vascular biology identifying a new endothelial cell phenotype, which forms the blood vessel wall in perfused tissues. Since he is independent group leader, his team is focusing in studying the response of inflammatory cells to hypoxic conditions in order to restore blood flow and regulate favorably the immune response in conditions such as cancer and ischemic pathologies. He is author in 65 papers, and has 6000 citations, and 32 of H-index. He has been invited to speak in more than 60 international conferences and holds an ERC starting grant and EMBO Young Investigator Award. He is in the editorial board of several journals and serves as reviewer for more than 20 peer-reviewed journals, and as consultant for different biotech companies.

Massimiliano Mazzone è laureato in Biotecnologie Mediche presso l'Università di Torino, ed ha conseguito il suo dottorato di ricerca in Scienze e Tecnologie Cellulari presso l'Istituto per la Ricerca e la Cura del Cancro di Candiolo a Torino. Nel Novembre 2006, si è trasferito in Belgio come post-dottorando EMBO presso l'Università di Leuven, in Belgio. Da settembre 2009, è a capo del Laboratorio di Oncologia Molecolare e Angiogenesi, a VIB, ed è professore presso l'Università di Leuven. Mazzone ha contribuito al campo dell'oncologia contribuendo alla comprensione dei meccanismi di metastasi del cancro e della biologia vascolare identificando un nuovo fenotipo delle cellule endoteliali, che costituisce la parete dei vasi sanguigni in tessuti perfusi. Da quando dirige il suo gruppo di ricerca, il Prof. Mazzone si sta concentrando nello studio della risposta di cellule infiammatorie a condizioni di ipossia, al fine di ripristinare il flusso di sangue e regolare favorevolmente la risposta immunitaria in condizioni come il cancro e le patologie ischemiche. É autore di 65 articoli, e ha 6000 citazioni, e 32 di H-index. E 'stato invitato a parlare in più di 60 conferenze internazionali e ha ottenuto il riconoscimento dal Consiglio Europeo delle Ricerche ed é stato riconosciuto come EMBO Young Investigator. É nel board editoriale di numerose riviste e contribuisce come reviewer per più di 20 riviste, e come consulente per diverse case farmaceutiche.

Premio Chiara D’Onofrio 2013 • Davide Corona

Davide Corona

Davide Corona is Associate Telethon Scientist at the Dulbecco Telethon Institute, Dipartimento STEBICEF, Università degli Studi di Palermo.
He has been a recipient of very prestigious awards such as the Giovanni Armenise-Harvard Foundation Career Development Award (ITALY-USA) in 2005, the HFSPO (Human Frontier Science Program) Career Development Award in 2005 and the European Molecular Biology Organization (EMBO) Young Investigator Program Award in 2010. In the last few years he has been recipient as PI of several grants from Telethon, AIRC, MIUR-CNR, EU/ FP7, EMBO, Giovanni Armenise−Harvard Foundation, Human Frontier Science Program. He has also been nominated by the Assessorato della Sanità Regione Sicilia, member of the Commissione Regionale per la Ricerca Sanitaria. His contributions to Epigenetics have been internationally recognized as demonstrated by his excellent publications record.

Davide research interest are chromatin modifications that constitute the epigenetic marks of genomes. Despite the wealth of data concerning the mechanisms of action of chromatin remodelling factors, mainly histone modifying enzymes, relatively little is known about how their activities are coordinated and inherited to regulate chromatin structure, gene expression and other nuclear functions. As an independent investigator Davide got interested in dissecting the regulation of the functional network between ATP-dependent remodelers and covalent modifiers of chromatin. Using the fruit fly as a model system he discovered that remodelers activity is regulated by a variety of evolutionarily conserved covalent modifiers of chromatin, as well as by unanticipated nuclear components including non-coding RNAs. In order to get mechanistic insights into this complex network of regulation his lab is currently working in dissecting the role played by ATP-dependent chromatin remodelling and non coding RNA in the onset and maintenance of stem cell identity and in controlling epigenetic cell memory.

All of this has been achieved in Italy, and working in Institutions located in difficult geographic locations. Davide is spreading enthusiasm for science not only within his own group but at any scientific meeting he is participating showing superb communication skills and altruism.

Premio Chiara D’Onofrio 2011 • Luca Scorrano

Luca Scorrano

Dr. Scorrano changed some classic tenets in the field of apoptosis and pioneered the field of mitochondrial shape changes. During his postdoc in the lab of the late Stan Korsmeyer, he discovered a process called cristae remodeling, changes in mitochondrial inner membrane topology that allow the complete release of cytochrome c during apoptosis; and identified a novel Ca2+ dependent ER gateway of cell death controlled by the proapoptotics Bcl-2 family members Bax and Bak. Since 2003, his lab has focused on the molecular mechanisms regulating shape changes and interorganellar communication in life and death of the cell. By using a combination of genetics, biochemistry, advanced imaging, electron tomography and mitochondrial physiology, he genetically dissected the pleiotropic function of dynamin related proteins that regulate mitochondrial shape in apoptosis, autophagy, cristae remodeling, mitochondrial fusion and tethering of mitochondria to the ER.

The work of Dr. Scorrano has been published by the best Journals and it received considerable attention by the scientific community, totaling 6025 citations for 76 papers (average citation per item: 79). His papers received a total of 35 commentaries. His top 20 papers are cited more than 100 times; his h-index is 37, his h-index/scientific age (PhD: 2001) is 3.7. He has been invited to give more than 100 Lectures and seminars at international meetings (EMBO, FEBS, Keystone, Gordon Research Conferences, EBEC) and Academic Institutions, including 10 Keynote, Featured or named lectures and he chaired 5 international meetings on various aspects of mitochondria in pathophysiology.

Premio Chiara D’Onofrio 2009 • Gioacchino Natoli

Gioacchino Natoli

Gioacchino Natoli si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università La Sapienza di Roma nel 1991 ed ha successivamente ottenuto nella stessa Università la specializzazione in Medicina Interna. Abbandonata l’attività clinica a favore della ricerca di base, ha lavorato presso il laboratorio di M. Karin alla UCSD dal 1998 al 2000 per poi avviare un gruppo di ricerca indipendente all’IRB di Bellinzona (Svizzera). Si è trasferito in Italia nel 2005 con un gruppo di ricerca presso l’Istituto Europeo di Oncologia di Milano. L’attività di ricerca di G. Natoli è stata interamente focalizzata sulla regolazione dell’espressione dei geni coinvolti nella risposta infiammatoria normale e patologica, fornendo contributi innovativi e di ampio impatto concettuale sui meccanismi trascrizionali alla base del coordinamento della attivazione dei geni indotti nelle varie fasi dell’infiammazione; sul ruolo dell’organizzazione cromatinica nel controllo della cinetica di attivazione dei geni infiammatori; ed infine sull’impatto dell’infiammazione sul controllo epigenetico e sul differenziamento.

Premio Chiara D’Onofrio 2008 • Antonella Viola

Antonella Viola

Antonella Viola è nata il 3 Maggio 1969 a Taranto. Si è laureata in Scienze Biologiche nel 1991 all'Università di Padova, dove ha conseguito il Dottorato di Ricerca nel 1995. Dal 1995 al 1999 ha lavorato presso il Basel Institute for Immunology in Svizzera. Nel 1999 è rientrata in Italia come EMBO fellow presso l'EMBL di Monterotondo. Nel 2002 Antonella è diventata ricercatrice presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Padova e dal 2002 al 2006 ha diretto un gruppo di ricerca presso l'Istituto Veneto di Medicina Molecolare di Padova. Dal 2006 ad oggi dirige un laboratorio di ricerca all'Istituto Clinico Humanitas di Milano.

Antonella Viola è un ricercatore di grandissima visibilità internazionale nel campo dell’immunologia ed in particolare dei meccanismi di signalling nelle cellule T. I contributi di Antonella in questo campo sono numerosi e tutti di grande originalità. Dai primi lavori in collaborazione stretta con Antonio Lanzavecchia sulla costimolazione, un concetto oggi da tutti accettato, ma rivoluzionario quando fu proposto, Antonella negli ultimi anni ha sviluppato una linea autonoma di ricerca, altamente produttiva e originale. Tra i contributi più importanti di questi ultimi anni vanno ricordati quelli sul ruolo attivo e positivo delle chemochine nella attivazione delle cellule T, quelli sui lipid rafts, gli studi recenti sulla cooperazione tra recettori per diverse chemochine ed i lavori nel campo dell’immunologia dei tumori che sembrano poter aprire nuove strategie terapeutiche di grande interesse clinico.

Antonella Viola non è solo una giovane ricercatrice di grandi capacità e soprattutto altamente originale, ma è anche stata capace di creare in pochi anni un gruppo di ricerca efficiente e coeso. Il suo eccellente contributo alla ricerca è testimoniato da due importanti riconoscimenti, quali l'Investigator Award del Cancer Research Institute di New York nel 2005 e la sua elezione a EMBO Young Investigator nel 2006.

Premio Chiara D’Onofrio 2007 • Stefano Piccolo

Stefano Piccolo

Stefano Piccolo è nato il 19 Maggio 1967. Si è laureato in Scienze Biologiche nel 1991 all'Università di Padova, dove ha conseguito il Dottorato di Ricerca nel 1995 e dove è attualmente Professore Straordinario di Biologia Molecolare dal 2006. Ha svolto un lungo e produttivo periodo di ricerca negli USA, presso il laboratorio di Eddy De Roberstis all'UCLA, dal 1995 al 1999. L'interesse di ricerca di Stefano Piccolo riguarda il ruolo del "signalling" da parte dei fattori di crescita nello sviluppo embrionale e nel cancro. Un tratto costante del suo lavoro è la capacità di integrare conoscenze e approcci tecnologici provenienti da biochimica, embriologia e biologia molecolare allo scopo di produrre contributi di portata generale e comprendere processi biologici fondamentali. Durante il suo periodo di post-dottorato negli USA, Stefano Piccolo ha contribuito a scoprire l'importanza dei fattori di crescita extracellulari TGF-b e BMP nello sviluppo embrionale dei vertebrati. Ha identificato il meccanismo attraverso il quale il tessuto nervoso viene indotto dall'Organizzatore di Spemann, risolvendo così un quesito rimasto a lungo irrisolto in embriologia dimostrando cioè che l'induzione neuronale ed il patterning del mesoderma non sono mediati da particolari vie di segnale, bensì dall'antagonismo extracellulare tra ligandi del gruppo BMP e quelli del gruppo Wnt. Dopo essere tornato in Italia e diventato coordinatore di un gruppo di ricerca a Padova, Stefano Piccolo ha scoperto il legame tra p53, uno dei più studiati soppressori della crescita tumorale, ed il signalling da TGF-b e ha dimostrato che questo collegamento è essenziale nel controllo della crescita cellulare e tumorale. Più recentemente questa scoperta è stata estesa alla dimostrazione che la via di segnalazione di Ras/MAPK è cruciale per la formazione del complesso p53/Smad, provvedendo così una chiara evidenza del collegamento diretto tra le chinasi attivate da Ras e l'attivazione di p53. Le pubblicazioni di Steano Piccolo sono spesso oggetto di Previews, News & Views, Highlights and Commentaries sulle migliori riviste scientifiche, quotidiani e settimanali. Il suo lavoro del 2004 sul soppressore tumorale p53 è stato considerato tra i Signaling Breakthroughs dell'anno dagli editori di Science. Stefano ha ricevuto numerosi premi durante la sua carriera scientifica, è Referee di molte riviste scientifiche come Cell, Science, e Nature ed è coinvolto in varie iniziative di divulgazione scientifica a livello regionale e nazionale.

Premio Chiara D’Onofrio 2006 • Andrea Musacchio

Andrea Musacchio

Andrea Musacchio si è laureato in Scienze Biologiche nel 1990 all'Università di Roma "Tor Vergata". In seguito ha ottenuto il PhD dall'Università di Heidelberg lavorando presso l'EMBL dove ha contribuito alla prima caratterizzazione strutturale dei domini proteici SH3 (Src-homology 3) e PH (Pleckstrin Homology). Dal 1995 al 1998 A. Musacchio ha lavorato alla Harvard Medical School di Boston, dove ha raffinato la sua formazione di biologo strutturale, utilizzando la cristallografia ai raggi X per determinare la struttura tridimensionale di proteine coinvolte in processi di crescita e fisiologia cellulare, fra i quali il dominio Bcr e il dominio N-terminale della clatrina. Dalla fine del 1998 è Direttore dell'Unità di Biologia Strutturale all'Istituto Europeo di Oncologia a Milano. A. Musacchio è stato il primo italiano a diventare EMBO Young Investigator. Inoltre, dal 2002 copre il ruolo di coordinatore scientifico della sede di Milano della Scuola Europea di Medicina Molecolare (SEMM).

Il campo di studio di A. Musacchio riguarda i processi di regolazione della crescita cellulare. Il suo laboratorio si occupa del checkpoint mitotico, ed in particolare del ruolo delle proteine Mad1, Mad2 e Aurora B, che controllano la fedeltà del processo di segregazione dei cromosomi durante la mitosi. L'aspetto più caratteristico del laboratorio di Musacchio è quello di coniugare una varietà di approcci che spaziano dalla caratterizzazione biochimica delle macromolecole a quella strutturale tramite cristallografia ai raggi X, dagli approcci classici della biologia cellulare allo sviluppo di tecnologie innovative nella microscopia a fluorescenza. L'originalità del lavoro di Musacchio sul checkpoint mitotico è testimoniata dal fatto che esso è stato oggetto di reviews su riviste quali Current Biology, Trends in Cell Biology, Nature, e Cell. Il cosiddetto "Mad2 template model" proposto dal suo laboratorio rappresenta il modello più avanzato sulle basi molecolari del funzionamento del checkpoint mitotico ed è l'attuale punto di riferimento per le ricerche sul campo.

Premio Chiara D’Onofrio 2005 • Elena Cattaneo

Elena Cattaneo

Elena Cattaneo si è laureata in Farmacia nel 1986 presso l'Università degli Studi di Milano. Ha lavorato all’estero al M.I.T. di Boston e successivamente in Svezia all'Università di Lund. E’ rientrata definitivamente a Milano nel 1992, dove è attualmente Professore Straordinario di Farmacologia dal 2003. Durante la sua carriera, E. Cattaneo ha contribuito in maniera originale ed innovativa allo studio delle cellule staminali neuronali come strumento di ricerca dei meccanismi alla base della divisione e del differenziamento nel tessuto nervoso e ai fini della comprensione delle basi molecolari di malattie neurodegenerative. Elena Cattaneo e i suoi collaboratori sono stati i primi a scoprire che la proteina huntingtina, la cui mutazione è all’origine della Corea di Huntington, svolge fisiologicamente un ruolo neuroprotettivo. L’attività neuroprotettiva dell'huntingtina sana comprende la capacità di stimolare la trascrizione e quindi la produzione di un fattore neurotrofico, il Brain Derived Neurotrophic Factor (BDNF), così come di numerosi altri geni. Il meccanismo attaverso cui opera la hungtintina è l’inattivazione di un silenziatore genico localizzato a monte di essi. Questo fattore, noto con il nome di REST, è recentemente venuto alla ribalta degli studi sulle staminali.

Più recentemente E. Cattaneo ha focalizzato i suoi studi sulle caratteristiche delle cellule staminali embrionali e sulla possibilità di derivare da esse popolazioni omogenee di cellule stabili e propagabili in modo illimitato e aventi elevato potenziale neurogenico dopo trapianto intracerebrale.

Premio Chiara D’Onofrio 2004 • Marco Foiani

Marco Foiani

Marco Foiani si è laureato in Scienze Biologiche nel 1985 presso l'Università degli Studi di Milano. Ha successivamente frequentato la Scuola di Dottorato di Ricerca in Biologia Molecolare dell'Università di Milano nel laboratorio dei Prof. P. Plevani e G. Lucchini. Dal 1989 al 1991 ha lavorato nel laboratorio del Dr. A. Hinnebush presso il National Institute of Health di Bethesda (USA). Nel 1991 è rientrato in Italia e, attualmente, è Professore Ordinario di Biologia Molecolare presso l'Università degli Studi di Milano e Group Leader presso l'Istituto F.I.R.C. di Oncologia Molecolare (IFOM) di Milano.

Il nome di Foiani è legato agli studi sui meccanismi cellulari che controllano la replicazione dei cromosomi ed, in particolare, alle connessioni fra replicazione del DNA, ricombinazione e progressione del ciclo cellulare. Usando il lievito S. cerevisiae come sistema modello, Foiani ha dimostrato che l'integrità dei cromosomi durante la fase S del ciclo cellulare è controllata dal checkpoint della replicazione del DNA, che attivamente protegge le forche replicative dall'insorgenza di particolari strutture patologiche che sono spesso causa di mutazioni, instabilità genomica, morte cellulare e cancro. Tali osservazioni hanno contribuito alla comprensione di alcuni difetti molecolari associati a patologie ereditarie che predispongono all'insorgenza tumorale, quali ad esempio Ataxia telangiectasia. Gli studi condotti nel laboratorio di Foiani hanno inoltre contribuito ad elucidare i meccanismi cellulari predisposti al monitoraggio delle lesioni cromosomiali e che consentono alla cellula di sopravvivere in seguito ad eventi genotossici. Recentemente Foiani ed i suoi collaboratori hanno identificato e caratterizzato una nuova specie di intermedi della replicazione dei cromosomi che accoppiano la replicazione del DNA al processo di coesione fra cromatidi fratelli e che mediano meccanismi specializzati nella sintesi del DNA in presenza di cromosomi danneggiati.

I risultati ottenuti da Foiani sono stati pubblicati in diverse riviste ad altissimo impatto. Foiani ha inoltre ricevuto il premio SIBBM nel 1985, il Biotec Award 2001 ed è stato eletto recentemente membro EMBO.

Premio Chiara D’Onofrio 2003 • Carlo Cogoni

Carlo Cogoni

Carlo Cogoni si è laureato in Scienze Biologiche a Roma nel 1991. Ha lavorato ininterottamente come contrattista prima, e dal 2000 nel ruolo di Ricercatore presso il Dipartimento di Biotecnologie Cellulari ed Ematologia dell'Università "La Sapienza". Nel 2002 è diventato Professore Associato in Biologia Applicata.

Il nome di Carlo Cogoni è legato ai suoi notevoli contributi alla comprensione della genetica e biologia molecolare del silenziamento genico. Il silenziamento genico è attualmente uno dei campi di maggiore interesse in biologia molecolare da quando si è scoperto che questo fenomeno è conservato in modo universale nella scala evolutiva degli organismi eucariotici e svolge un ruolo fondamentale nella difesa dell'organismo contro virus e trasposoni, così come nei processi di sviluppo e differenziamento. Carlo Cogoni insieme al suo maestro Pino Macino è stato uno dei pionieri in questo settore attraverso la dissezione del meccanismo di silenziamento genico del fungo Neurospora crassa. I suoi risultati sono universalmente riconosciuti come delle pietre miliari. Nel 1996 Cogoni ha dimostrato che il silenziamento genico era mediato da un fattore diffusibile: una molecola di RNA capace di viaggiare attraverso i sincizi del fungo e di mediare la degradazione di RNA messaggero a distanza. Nel 1997, ha isolato per la prima volta mutanti difettivi nel silenziamento genico. La loro caratterizzazione ha permesso di identificare e definire i componenti cellulari coinvolti nella composizione del macchinario responsabile del silenziamento genico. Infine, negli anni 1999-2000 ha pubblicato tre lavori su giornali di altissimo impatto nei quali ha definito il modello corrente del meccanismo di "gene silencing" post-trascrizionale.

I suoi contributi scientifici, sempre originali e riconosciuti a livello nazionale ed internazionale sono stati premiati da numerosi riconoscimenti come il David Perkins Scholarship Award nel 1997, la elezione a Membro EMBO nel 2000, il Premio Medaglia di "Le Scienze" nel 2002 e, sempre nel 2002, la Medaglia del Presidente della Repubblica.

Carlo Cogoni è uno scienziato rigoroso e capace di perseguire ed approfondire con grande tenacia idee innovative, attraverso un lavoro eseguito in larga parte in prima persona.

Premio Chiara D’Onofrio 2002 • Angelo Vescovi

Angelo Vescovi

Angelo Vescovi si è laureato in Scienze Biologiche a Milano nel 1987 ed ha lavorato dal 1987 al 1998 alternandosi a più riprese tra l'Istituto Neurologico "C. Besta" di Milano ed il Dipartimento di Patologia della Facoltà di Medicina dell'Universita di Calgary nello stato di Alberta in Canada. Dal 1998 è tornato definitivamente in Italia e nel 2000 è diventato Professore Associato presso l'Università Vita Salute dell'Ospedale San Raffaele di Milano dove svolge attività di ricerca come Co-Direttore dell'Istituto di Ricerca sulle Cellule Staminali.

Il nome di Angelo Vescovi è indissolubilmente legato ai suoi contributi nel campo delle cellule staminali. Angelo Vescovi, da vero pioniere, ha cominciato ad occuparsene fin dal 1991, dimostrando in una numerosa serie di pubblicazioni di elevato livello scientifico la capacità di espansione di cellule staminali multipotenti estratte dal cervello di mammiferi. La sua attività è stata tutta ispirata dall'idea di isolare dal cervello di un organismo adulto cellule multipotenti capaci di moltiplicarsi ripetutamente in vitro mantenendo intatto il loro potenziale differenziativo, e di reimpiantarle successivamente in vivo al fine di ricostruire parti di tessuto danneggiato o distrutto. Nasce inoltre dalla collaborazione nel 1999 tra Angelo Vescovi e Chris Bjornson l'idea innovativa, ed oggetto di accesi dibattiti, che le cellule staminali neuronali possano, sotto particolari stimoli, dare luogo a tessuti differenti da quello nervoso. Naturalmente la biologia delle cellule staminali ci è ancora largamente oscura e la sfida a comprenderla a pieno ancora aperta; ma siamo tutti consapevoli che una ricerca come quella condotta dal gruppo di Vescovi può contribuire ad aprirci la strada verso la cura di malattie che affliggono milioni di individui. Le implicazioni etiche sono di notevole portata ed Angelo Vescovi è attivamente impegnato anche in questa direzione. Nel 2001 è stato nominato membro del Comitato Nazionale sulle cellule Staminali del Ministero della Sanità e, durante quest'anno, del Comitato sulle cellule Staminali dell'Accademia Pontificia del Vaticano.

Se le doti scientifiche di Angelo Vescovi sono ampiamente documentate dal record delle sue pubblicazioni scientifiche, chi lo ha conosciuto personalmente ha avuto modo di apprezzarne anche la forte personalità di leader entusiasta, prorompente e creativo.

Premio Chiara D’Onofrio 2001 • Rosario Rizzuto

Rosario Rizzuto

Rosario Rizzuto (Sarino per gli amici, scienziati e non) ha sviluppato una esperienza di ricerca eccezionale a partire dall'inserimento, suo e di nuove idee e tecnologie, in un ambiente di fisiologia cellulare, il laboratorio di Tullio Pozzan a Padova. All'inizio della sua collaborazione con Tullio, Sarino aveva già un approfondito know-how molecolare, acquisito nel laboratorio di Billy di Mauro a New York. Appena esposto ai problemi del laboratorio di Tullio, quelli dell'omeostasi del Ca2+, egli fu in grado di sviluppare nuovi strumenti di indagine, derivati dalla specifica manipolazione dell'equorina, adatti per procedere alla valutazione delle concentrazioni del Ca2+, non solo nel citosol preso nel suo complesso, ma in precisi distretti intracellulari: dal nucleo al reticolo endoplasmatico e sarcoplasmatico; dal Golgi ai mitocondri e a varie aree calde del citoplasma, per esempio quelle in contatto con specifici tratti di membrana. In questo periodo, inoltre, Sarino si costruì progressivamente la sua indipendenza intellettuale ed operativa, divenendo un leader riconosciuto nel vasto campo del Ca2+.

Visto analiticamente, il lavoro di Sarino ha portato alla eliminazione di una lunga serie di credenze anche, almeno apparentemente, consolidate, e all'emergere di una nuova visione complessiva, assai più lineare e molecolare, del problema Ca2+. Particolare successo ha riscosso il suo lavoro sui mitocondri che, dopo essere stati considerati gli organelli base del campo negli anni '70, erano poi caduti in discredito negli anni '80. Reinterpretati da Sarino, i mitocondri hanno trovato oggi un ruolo nuovo, fondamentale per il loro funzionamento ed omeostatico-integrato nell'ambito dell'intera cellula. Negli ultimi anni, specie dopo il trasferimento a Ferrara, Sarino ha progressivamente ampliato i suoi interessi, impegnandosi in specifici problemi e sviluppando nuovi approcci assai originali.

Possiamo concludere che Sarino Rizzuto è uno scienziato completo. Forte in tecnologia non è solo un ricercatore colto ed originale ma anche un leader naturale in laboratorio. Inoltre è un tipo generoso e molto gradevole. Il Premio, insomma, se lo merita tutto.

Premio Chiara D’Onofrio 2000 • Pier Paolo Di Fiore

Pier Paolo Di Fiore

Pier Paolo Di Fiore si è laureato in Medicina e Chirurgia a Napoli e, successivamente, si é trasferito a Bethesda (US), nel "Laboratory of Cellular and Molecular Biology" del "National Cancer Institute", ove è rimasto per circa 10 anni (1984-1995). In tale periodo, egli ha compiuto tutte le tappe di una rapida e brillante carriera scientifica, da "post-doctoral fellow" a responsabile di sezione, fornendo contributi seminali nel campo dell'oncologia molecolare. In particolare, egli si è occupato del meccanismo di funzionamento dei recettori chinasici e del loro ruolo nella patogenesi dei tumori umani.

Di valore ormai storico sono le sue scoperte circa il ruolo di erbB2 nella patogenesi del cancro della mammella e di ret nelle neoplasie associate alle sindromi ereditarie Men2a e Men2b. Nel caso di ret, il Dr Di Fiore ha il merito di aver chiarito i meccanismi attraverso i quali un oncogene dominante può essere trasmesso attraverso la linea germinativa.

Nel 1996 il Dr Di Fiore si è trasferito in Italia, ove ha contribuito alla nascita ed allo sviluppo del Dipartimento di Oncologia Sperimentale dell'Istituto Europeo di Oncologia di Milano. Da allora ad oggi, egli ha saputo confermare le sue doti di scienziato brillante ed innovativo ed ha dimostrato straordinarie capacità organizzative e direttive. Nel proseguimento dei suoi studi sulle chinasi recettoriali, egli ha isolato numerosi substrati citoplasmatici, la cui caratterizzazione ha consentito di svelare i meccanismi molecolari alla base di importanti proprietà funzionali dei recettori stessi. In particolare, l'isolamento di eps15 e eps8 ha consentito al Dr Di Fiore di chiarire le basi molecolari del processo di endocitosi e della integrazione dei segnali che originano dalle diverse GTPasi.

Le doti di intelligenza scientifica del Dr Di Fiore sono ampiamente e per sé documentate dal record delle sue pubblicazioni scientifiche. Chi lo ha invece conosciuto personalmente ha potuto in più apprezzare le sue straordinarie doti umane e la sua innata capacità di motivare i propri collaboratori e trascinarli al successo scientifico.

Premio Chiara D’Onofrio 1999 • Marino Zerial

Marino Zerial

Nato a Trieste nel 1958, si è laureato in Biologia nel 1979 presso l'Università di Trieste, dove ha svolto il lavoro di tesi di Dottorato in Biochimica, conseguito nel 1982 con una tesi sulla biologia e patologia dei mucopolisaccaridi.

Dal 1983 all'ottobre 1985 si è occupato dello studio dell'organizzazione dei genomi di uomo e di topo nel laboratorio del Prof. Bernardi all'Istituto Jaques Monod di Parigi per poi raggiungere la sede d lavoro in cui si trova attualmente, cioè l'E.M.B.L. di Heidelberg.

Dal 1986 al 1988, ha svolto un secondo periodo di post-dottorato con Henryk Garoff, studiando la biosintesi e l'endocitosi del recettore della transferrina per passare poi a studiare nel laboratorio di Roderigo Bravo fattori di trascrizione coinvolti nella transizione G0/G1, acquisendo così un'approfondita conoscenza sia del traffico cellulare di proteine e lipidi che dei fattori di controllo della trascrizione.

In seguito, diventato group leader, ha intrapreso gli studi sui meccanismi che regolano l'endocitosi in cellule di mammifero che lo hanno portato ad ottenere una serie di risulatati di assoluta eccellenza.

Il laboratorio di Marino Zerial negli ultimi dieci anni ha caratterizzato una serie di piccole proteine che legano ed idrolizzano GTP, quali Rab4, Rab5, Rab7 e Rab11 ed ha chiarito alcuni aspetti fondamentali della loro attività di regolazione e controllo dell'endocitosi. Ciò ha portato all'identificazione di proteine che interagiscono con le Rabs e con fosfatidilinositofili, di cui, attualmente, sta rivelando l'attività biochimica di regolazione ed induzione della fusione di membrane endosomiali. Questi studi vengono messi in relazione con i processi di modalità cellulare e di organogenesi durante lo sviluppo. Durante queste ricerche sono state messe a punto una serie di metodiche estremamente innovative, che assieme alla chiarezza e coerenza del metodo scientifico hanno reso Marino Zerial ed il suo gruppo il leader europeo nel campo, ed uno dei gruppi di punta nel mondo.

Dal gennaio 1998, Marino Zerial è stato nominato Direttore del nuovo Istituto Max Planck per la Biologia Cellulare e Molecolare di Dresda.

Premio Chiara D’Onofrio 1998 • Antonio Simeone

Antonio Simeone

Nato a Benevento nel 1959, si è laureato in Scienze Biologiche all'Università di Napoli nel 1981 ed ha ottenuto il dottorato di Genetica Cellulare e Molecolare nel 1988. L'attività scientifica di Antonio Simeone si è focalizzata sul ruolo dei geni contenenti homeobox nello sviluppo embrionale. Nel corso della tesi di Dottorato, Simeone scopre che i geni contenenti un homeobox della famiglia Hox sono organizzati in un cluster in cui la disposizione lineare dei geni coincide con l'espressione lungo l'asse anteroposteriore dell'embrione. A questo campo Antonio Simeone darà altri contributi importanti, tra cui si può citare quello del controllo dell'espressione dei geni Hox da acido retinoico. Negli ultimi anni Simeone ha sviluppato tematiche di ricerca indipendente e si è concentrato su geni homeobox che hanno un ruolo nello sviluppo del cervello.

Il contributo di Antonio Simeone alla Genetica Molecolare dello sviluppo nel topo e nell'uomo è riconosciuto a livello internazionale. La continuità qualitativa e quantitativa della sua produzione scientifica sono la migliore prova delle sue qualità di scienziato. Il gruppo di Antonio Simeone è stato il primo in Italia a mettere a punto la ricombinazione omologa per lo studio dello sviluppo, metodologia per la quale costituisce un sicuro punto di riferimento nel nostro Paese.

 

Il Premio Chiara D’Onofrio "Giovani", anch’esso individuale e riservato ai ricercatori italiani, è stato istituito allo scopo di sostenere e incoraggiare soprattutto i giovani e può essere assegnato a chi, alla data dell’assegnazione, non abbia ancora compiuto i 32 anni. Il suo ammontare è ora fissato in 1000 euro.

Nei primi due anni (1997 e 1998) è stato assegnato per il miglior lavoro presentato nell’ambito del "Cytokine Day" organizzato dall’Università di Tor Vergata e dall’Istituto di Ricerche di Biologia Molecolare (IRBM). Nel 2008 se ne è ripresa l'assegnazione che avviene in occasione del seminario annuale SIBBM. La procedura ora prevede che la valutazione e la decisione siano effettuate nell'immediatezza - dal direttivo SIBBM, da membri del direttivo della Fondazione e dagli organizzatori del seminario - e premino il miglior lavoro con migliore presentazione tra gli abstracts inviati e preventivamente selezionati per l'illustrazione.

Il Premio Chiara D’Onofrio Giovani 2019 è stato assegnato a Federica Marasca. » ulteriori informazioni sul sito della SIBBM »»

Vincitori precedenti

    » 1997 • M.L. Belladonna

    » 1998 • D. D’Ambrosio

    » 2008 • Beatrice Bodega » ulteriori informazioni sul sito della SIBBM »»

    » 2009 • Francesca Orso » ulteriori informazioni sul sito della SIBBM »»

    » 2010 • Paolo Grumati » ulteriori informazioni sul sito della SIBBM »»

    » 2011 • Livia Modica » ulteriori informazioni sul sito della SIBBM »»

    » 2012 • Cecilia Battistelli » ulteriori informazioni sul sito della SIBBM »»

    » 2013 • Gabriele Fontana » ulteriori informazioni sul sito della SIBBM »»

    » 2014 • Giovanni Sorrentino » ulteriori informazioni sul sito della SIBBM »»

    » 2015 • Valentina Speranzini » ulteriori informazioni sul sito della SIBBM »»

    » 2016 • Ivano Legnini » ulteriori informazioni sul sito della SIBBM »»

    » 2017 • Tito Panciera » ulteriori informazioni sul sito della SIBBM »»

    » 2018 • Matteo Pallocca » ulteriori informazioni sul sito della SIBBM »»