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Chiara D'Onofrio
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Premio Chiara D’Onofrio 2000
Paolo Di Fiore

Pier Paolo Di Fiore si è laureato in Medicina e Chirurgia a Napoli e, successivamente, si é trasferito a Bethesda (US), nel "Laboratory of Cellular and Molecular Biology" del "National Cancer Institute", ove è rimasto per circa 10 anni (1984-1995). In tale periodo, egli ha compiuto tutte le tappe di una rapida e brillante carriera scientifica, da "post-doctoral fellow" a responsabile di sezione, fornendo contributi seminali nel campo dell'oncologia molecolare. In particolare, egli si è occupato del meccanismo di funzionamento dei recettori chinasici e del loro ruolo nella patogenesi dei tumori umani.

Di valore ormai storico sono le sue scoperte circa il ruolo di erbB2 nella patogenesi del cancro della mammella e di ret nelle neoplasie associate alle sindromi ereditarie Men2a e Men2b. Nel caso di ret, il Dr. Di Fiore ha il merito di aver chiarito i meccanismi attraverso i quali un oncogene dominante può essere trasmesso attraverso la linea germinativa.

Nel 1996 il Dr. Di Fiore si è trasferito in Italia, ove ha contribuito alla nascita ed allo sviluppo del Dipartimento di Oncologia Sperimentale dell'Istituto Europeo di Oncologia di Milano. Da allora ad oggi, egli ha saputo confermare le sue doti di scienziato brillante ed innovativo ed ha dimostrato straordinarie capacità organizzative e direttive. Nel proseguimento dei suoi studi sulle chinasi recettoriali, egli ha isolato numerosi substrati citoplasmatici, la cui caratterizzazione ha consentito di svelare i meccanismi molecolari alla base di importanti proprietà funzionali dei recettori stessi. In particolare, l'isolamento di eps15 e eps8 ha consentito al Dr. Di Fiore di chiarire le basi molecolari del processo di endocitosi e della integrazione dei segnali che originano dalle diverse GTPasi.

Le doti di intelligenza scientifica del Dr. Di Fiore sono ampiamente e per se' documentate dal record delle sue pubblicazioni scientifiche. Chi lo ha invece conosciuto personalmente ha potuto in più apprezzare le sue straordinarie doti umane e la sua innata capacità di motivare i propri collaboratori e trascinarli al successo scientifico.